Contatti:
Sede: Via Beata Giovanna, 36010 Canove di Roana (VI)
Mail: bioaltopiano@gmail.com
Presidente Andrea Rigoni
Vice Presidente Riccardo Rela
Programmazione e coordinamento: Leonardo Longhi
Cell.: 345 3214796
Mail: itinerari.leonardolonghi@gmail.com
Web: www.bioaltopiano.com
L’Altopiano di Asiago è il più vasto Altopiano d’Italia, situato sulle Alpi vicentine, nella parte settentrionale della provincia di Vicenza. Un bellissimo territorio di pascoli, boschi e malghe, nel cuore della montagna veneta, circondato da cime che arrivano a 2.350 metri d’altezza. L’area dell’Altopiano comprende otto comuni: Asiago (il centro principale), Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo. L’Altopiano è circondato da una natura ancora incontaminata, popolata da moltissime specie di animali selvatici, piante, funghi e fiori.
(tratto da www.bioaltopiano.org)
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Il Bio-distretto dell’Altopiano di Asiago e suoi dintorni (Bio Altopiano) nasce nel luglio 2017 e ruota intorno al progetto di Andrea Rigoni (imprenditore leader nel settore bio) di recupero della tenuta “Cattedra” di Canove di Roana (Vicenza) di ca. 102 ettari, dove il secolo scorso si insegnava l’agricoltura. L’obiettivo è quello di riportare le piante di mirtillo e di lampone nel sottobosco abbandonato dell’Altopiano di Asiago e renderlo produttivo. E di destinare alla produzione di ortaggi biologici anche gli altri vasti appezzamenti della tenuta pubblica alle porte di Asiago.
Nella tenuta si coltivano insalata, patate, zucchini, piselli, grazie al particolare clima dell’Altopiano che permette di raccogliere in anticipo alcune coltivazioni oppure in modo tardivo. In altre parole, queste coltivazioni occupano un segmento produttivo scoperto, con assoluta genuinità. È il caso del radicchio (un ettaro per quattro varietà, a scalare): qui si anticipa la raccolta nel momento in cui in pianura si inizia a trapiantarlo. È il caso anche del broccolo, coltivato su due ettari; è il broccolo calabrese, a spugna, che sull’Altopiano anticipa la fioritura e la raccolta. Altre coltivazioni sono il cavolo cappuccio rosso, coltivato in mille metri quadrati, che ha un gusto più forte, perfino un po’ piccante. Fra i prodotti sono da segnalare sette varietà di cavolfiori: da fine agosto ci si prepara a due mesi di raccolta, anticipando di alcuni mesi quanto avviene in pianura.Tra le sperimentazioni c’è da segnalare il nocciòlo: non è un arbusto ma una colurna, che normalmente non si alleva qui; crescerà sino ad avere un tronco da trenta centimetri e può arrivare a trenta metri d’altezza.