Modulo 1 – Sezione 6 – Multifunzionalità in agricoltura biologica

1. Introduzione

In questa sezione apprenderai la definizione di agricoltura multifunzionale. Conoscerai inoltre l’evoluzione dell’esperienza delle Eco-regioni (Bio-distretti) in Europa.

Una delle possibili definizioni …

L’agricoltura multifunzionale si è diffusa in tutta Europa, in modi diversi sia in termini qualitativi che quantitativi. Ricomprende varie forme di agricoltura praticata in abbinamento ad altre attività svolte a livello aziendale: turismo, educazione, cultura, tempo libero, inclusione sociale, terapie per la salute, benessere, conservazione dell’ambiente.

2. Agriturismo

Tra le varie forme di turismo rurale, quella agrituristica consente agli agricoltori di aumentare il valore delle loro produzioni e diversificare le attività.

Le principali attività agrituristiche sono le seguenti: servizi di ospitàlità, vendita diretta in azienda, intrattenimento, attività ricreative all’aperto, esperienze culturali ed educative.

2.1. Agriturismo bio-ecologico

Le aziende agricole biologiche possono rivestire un ruolo di primo piano nel settore agrituristico. A tal proposito, va segnalata l’opera dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica – AIAB, la quale  ha messo a punto un disciplinare per gli agriturismi bio-ecologici ed un sistema innovativo per la loro cerificazione e classificazione, che si basa essenzialmente su requisiti obbligatori (criteri minimi necessari per poter usufruire del marchio) e requisiti facoltativi (necessari per la determinazione della classe di merito espressa da un numero di margherite che va da 1 a 5).

 Fig. 1. logo degli agriturismi bio-ecologici e loro classificazione

Ogni azienda agrituristica aderente al circuito, viene controllata dagli ispettori che ne verificano il grado di rispondenza ai requisiti individuati nel disciplinare AIAB. La “classe di merito” (immagine 1) è sottoposta ad un aggiornamento annuale ed è calcolata in base alla media aritmetica dei punteggi attribuiti in ciascuna delle seguenti “Aree tematiche”, definite dettagliatamente nel disciplinare.

  • Area Attività Produttive (punteggi maggiori alle aziende biologiche che producono prodotti tipici o rientranti nei presidi Slow Food);
  • Area Servizi Naturalistici e Didattici (punteggi maggiori agli agriturismi che tra i servizi offerti propongano anche laboratori didattico-dimostrativi sull’agricoltura biologica, percorsi naturalistico-didattici adeguatamente segnalati, musei della civiltà contadina, visite in Aree protette, osservazione della fauna);
  • Area Tutela dell’Ambiente e delle Risorse Naturali (punteggi maggiori alle aziende che prestino attenzione alla conservazione del paesaggio e della biodiversità sia vegetale che animale);
  • Area Strutture Ricettive (punteggi maggiori agli agriturismi ben integrati nel territorio, costruiti secondo le regole della bio-edilizia, limitando al massimo l’inquinamento elettromagnetico, acustico, luminoso ed il consumo di fonti energetiche non rinnovabili);
  • Area Dotazioni e Servizi Ricettivi (punteggi maggiori agli agriturismi che facilitano l’accesso ai portatori di handicap e prevedano spazi comuni da adibire a biblioteca, info-point sugli usi locali, etc.);
  • Area Relazioni con il Territorio (punteggi maggiori agli agriturismi che, in rete con le altre realtà del territorio, promuovono attività culturali legate al territorio, campagne informative, corsi di artigianato tipico);
  • Area Servizi Turistici (punteggi maggiori agli agriturismi che prevedono l’accompagnamento degli ospiti, anche stranieri, alla scoperta del territorio, l’intrattenimento dei bambini, percorsi sportivi a piedi, a cavallo, in bicicletta);
  • Area Ristorazione e Vendita Prodotti (punteggi maggiori agli agriturismi che privilegiano la ricerca, lo studio e la divulgazione della cultura alimentare locale e della cucina tipica regionale, con punti vendita aziendali);
  • Area Trasporti e Viabilità (punteggi maggiori agli agriturismi che organizzano sistemi di trasporto collettivo degli ospiti, limitando il traffico veicolare all’interno della struttura e predisponendo apposite piste ciclabili e percorsi pedonali).

3. Fattorie didattiche

Negli ultimi anni molte aziende biologiche hanno proposto attività didattiche per le scuole ed altri gruppi di utenza.

Fig. 2. Esperienza educativa in un’azienda biologica

Possiamo distinguere tre categorie principali di fattorie didattiche:

  • aziende aperte (in cui gli agricoltori propongono visite aziendali, durante le quali spiegano i principi di salvaguardia ambientale e alimentazione naturale che sono alla base dell’agricoltura biologica);
  • aziende didattiche (nelle quali i visitatori vengono coinvolti in attività di produzione e trasformazione agricola);
  • aziende scuola (in cui vengono proposte settimane verdi al fine di coinvolgere i visitatori in attività didattiche, da svolgersi sia nell’azienda ospitante che in altre realtà limitrofe, oltre che percorsi curriculari sulle tematiche dell’agricoltura, della conservazione della natura e della cultura in generale).

 

4. Agricoltura sociale

L’agricoltura sociale è uno dei campi d’azione dell’agricoltura multifunzionale ed include:

– servizi per la salute e la cura,

– istruzione e terapia,

– riabilitazione e orti sociali.

 

 

Fig. 4. Agricoltura sociale

 

L’agricoltura biologica permette a molte persone di partecipare alla vita quotidiana di un’azienda, per esempio attraverso attività di giardinaggio o allevamento del bestiame.

L’agricoltura sociale ricomprende le cooperative agricole e gli orti sociali che mirano ad integrare diversi soggetti della società, per esempio disabili fisici o mentali, disoccupati di lunga durata, tossicodipendenti o persone socialmente svantaggiate, persone con difficoltà psicologiche croniche, persone che hanno commesso reati, bambini e giovani con difficoltà comportamentali e di apprendimento. In aggiunta ci sono aziende agricole che si concentrano sull’integrazione di anziani, scolari o bambini della scuola materna. Lo scopo dell’agricoltura sociale è quello di fornire una migliore qualità, più inclusiva, della vita.

L’agricoltura multifunzionale è diventata essenziale per la rivitalizzazione delle aree rurali europee.

Questa tendenza è confermata dalla rapida diffusione dell’agricoltura sociale, in grado di valorizzare la gestione della terra, sfruttandone il potenziale sociale, culturale, educativo e terapeutico.

5. Eco-regioni (Bio-distretti)

L’Eco-regione (Bio-distretto) è un’area geografrica in cui agricoltori, cittadini, autorità pubbliche, operatori turistici, associazioni, stringono un patto per la gestione sostenibile delle risorse locali, basata sul modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense biologiche negli uffici pubblici e nelle scuole).

In un Bio-distretto la promozione della produzione biologica è strettamente connessa con la promozione del territorio e con le sue caratteristiche specifiche. Solo in questo modo può essere valorizzato tutto il suo potenziale economico,sociale e culturale.

Ciascuna Eco-Regione offre una diversità “biologica” di qualche tipo: di stile vita, di alimentazione, di relazioni umane, di protezione della natura, ecc.. Tale diversità si traduce in  produzioni agricole di pregio, caratterizzate da elevata tipicità e apprezzamento da parte del mercato.

La tipicità di queste produzioni proveniente dal legame tra vocazioni del territorio e tecniche produttive, viene spesso accresciuta dalla localizzazione nelle aree di produzione delle fasi di trasformazione del prodotto agricolo.

Ne consegue che il prodotto alimentare di queste aree diviene patrimonio culturale ed elemento di identità locale. Ciò ha generato, come effetto congiunto, una maggiore responsabilizzazione degli attori economici e sociali locali nella gestione delle risorse naturali ed ambientali in quanto risorse comuni a più settori (agricoltura, turismo, commercio ecc.). Questa consapevolezza ha favorito sia la mobilitazione sia la tutela delle risorse locali ed in particolare di quelle legate ai sistemi agricoli ed agroalimentari.

Un’Eco-Regione adotta un approccio integrato di sviluppo sostenibile basato sul coinvolgimento dei diversi attori verso obiettivi comuni: migliorare la qualità di vita e di lavoro della popolazione locale, ridurre il decremento demografico delle aree rurali, aumentare l’occupazione giovanile e femminile, incrementare la qualità delle produzioni agro alimentari e zootecniche locali tipiche, garantire ai consumatori sicurezza, tracciabilità e salute degli alimenti, aumentare e destagionalizzare le presenze turistiche attraverso un’offerta diversificata di eco-turismo e cultura locale, salvaguardare e valorizzare la biodiversità, il paesaggio e le risorse naturali.

Per tali motivi le Eco-Regioni costituiscono una risposta concreta alle attuali tendenze di sviluppo economico che hanno generato enormi fenomeni di abbandono delle zone rurali e di inurbamento delle popolazioni in cerca di migliori condizioni di vita e di reddito. Questi fenomeni interessano sia i paesi più industrializzati che quelli  in via di sviluppo in tutto il mondo e  generano l’abbandono e il degrado progressivo delle risorse del territorio, la perdita di biodiversità e, in generale, delle culture e delle conoscenze tradizionali.

La Rete internazionale dei Bio-distretti – IN.N.E.R. (www.ecoregions.eu) è l’organizzazione ombrello che ha messo a punto il logo ed il relativo disciplinare d’uso per le  “Eco-Regioni”.

 

Fig. 5. Il logo delle Eco Regioni

 

Il marchio Eco Regione deve essere considerato un marchio sovranazionale, efficace a livello delle singole nazioni in cui viene applicato. Questa caratteristica lo pone in una posizione di neutralità e di non concorrenza con tutti gli altri marchi eventualmente già adottati, sia a livello locale che nazionale.

Si riportano di seguito i requisiti che devono possedere le diverse tipologie di utilizzatori del marchio “Eco-regione”.

PUBLICHE AUTORITÀ  (regioni, amministrazioni locali, enti parco, ecc.):

  • dichiarano il territorio di propria competenza libero da OGM, diffondendo ampiamente l’informazione sul modello di agricoltura biologica;
  • privilegiano gli acquisti Verdi, promuovendo lo sviluppo delle mense biologiche nelle scuole, negli uffici pubblici, nelle strutture sanitarie;
  • forniscono assistenza agli agricoltori che intendono convertire l’azienda al biologico;
  • valorizzano le produzioni biologiche del territorio promuovendo canali distributivi alternativi (mercatini degli agricoltori, punti vendita in aziende e agriturismi, catering bio, ristoranti a filiera corta bio, negozi del bio, ecc.).
  • promuovono in altri settori il rispetto dei principi dell’agricoltura biologica, quali la gestione del verde pubblico, la gestione dei rifiuti organici, la bio-edilizia e altri;
  • promuovono l’agricoltura biologica nelle aree demaniali, trasformandole in incubatori del biologico, con un’attenzione particolare anche alla promozione dell’agricoltura sociale.

CONSUMATORI: sono interessati ad acquistare prodotti biologici del territorio, preferibilmente attraverso i canali della filiera corta (mercatini del bio, punti vendita aziendali, distribuzione diretta, Gruppi di Acquisto Solidale, ecc.). I consumatori, grazie all’Eco-regione, possono contare sulla tracciabilità totale del prodotto biologico da filiera corta, sulla loro maggiore disponibilità e facilità di acquisto e sulla salvaguardia delle risorse naturali del territorio in cui vivono. Inoltre, come cittadini, beneficiano della qualità ambientale, che l’agricoltura biologica assicura proprio nei luoghi di produzione, ed hanno l’opportunità di ricomporre un rapporto diretto, franco e di collaborazione reciproca con i produttori.

IMPRESE AGRICOLE ED AGROALIMENTARI: gli agricoltori sono i principali protagonisti di un’Eco-regione; devono essere inseriti nel sistema di controllo del biologico e nel contesto socio-economico del territorio. Tra i vantaggi derivanti dall’essere parte di una Eco-regione ci sono quelli della vendita locale delle produzioni e l’accesso al turismo multifunzionale (bio-fattorie, bio-sentieri, bio-fattorie didattiche, bio-sociale). Un altro vantaggio è quello della promozione delle produzioni attraverso le attività predisposte nel piano di marketing territoriale dell’Eco-regione. Le imprese del settore agroalimentare o della produzione di mezzi tecnici agricoli possono aderire direttamente all’iniziativa e beneficiare della concentrazione locale di aziende biologiche sia per la fornitura di mezzi tecnici che per la produzione di materia prima per la trasformazione alimentare.

LE IMPRESE DI ALTRI SETTORI: le imprese di altri settori (ad es. turistico, gastronomico) possono farsi portavoce dell’offerta del territorio dell’Eco-regione, proponendo menù bio-locali-stagionali, nonchè itinerari eco-turistici, beneficiando così di una qualificazione della propria offerta. Il turista può vivere in questo modo un’esperienza culturale, educativa e di svago, ed è incoraggiato a prolungare il proprio soggiorno.

UNIVERSITÀ, CENTRI DI RICERCA E FORMAZIONE: possono richiedere l’utilizzo del marchio se sostengono le attività del territorio implementando attività di studio, sperimentazione e formazione.

ASSOCIAZIONI (ambientaliste, degli operatori agricoli, eco-turistici,   sociali ecc.): promuovono, nei rispettivi ambiti, le attività e le finalità dell’Eco-regione. Le associazioni turistiche promuovono tutte le forme possibili di eco-turismo all’interno dell’area dell’Eco-regione (bio-sentieri da percorrere a piedi in bicicletta od a cavallo, turismo rurale, albergo diffuso, visite di studio, campi estivi per bambini, ragazzi e famiglie, ecc.). Le associazioni ambientaliste operano per la salvaguardia del territorio e la valorizzazione delle risorse naturali, che sono alla base del modello dell’agricoltura biologica. I paesi attualmente coinvolti nello sviluppo delle Eco-Regioni e nelle attività promosse dalla rete di INNER solo l’Italia (14 Bio-distretti in 10 Regioni), Francia, Austria, Slovacchia, Portogallo, Svizzera.

6. Sommario

L’agricoltura multifunzionale ricomprende varie forme di agricoltura praticata in abbinamento ad altre attività svolte a livello aziendale: turismo, educazione, cultura, tempo libero, inclusione sociale, terapie per la salute, benessere, conservazione dell’ambiente.

Le Eco regioni rappresentano un innovativo modello di sviluppo rurale, fondato sull’agricoltura multifunzionale.  Si tratta ti iniziative che nascono dal basso e coinvolgono le associazioni degli agricoltori,  le ammnistrazioni locali e gli altri portatori di interesse; l’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo delle aree rurali implementando una serie di attività collegate alla coltivazione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici. Diverse di queste iniziative sono state sviluppate in vari paesi dell’UE; nel 2014 è stata creata la la Rete internazionale dei Bio-distretti (IN.N.E.R.).

L’agricoltura multifunzionale è diventata essenziale per la rivitalizzazione delle aree rurali europee.