L’8 novembre 2018 c’è stata alla Commissione AGricoltura della Camera dei Deputati l’audizione dei rappresentanti dell’Associazione IN.N.E.R. – International Network of Eco Regions, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 290 Gadda e C. 410 Cenni, recanti disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura ottenuta con metodo biologico.
Queste le proposte di modifica/integrazione avanzate da INNER:
- Al punto 1 dell’art. 10, dove si cita l’art. 13 del decreto legislativo n. 288 del 18 maggio 2001, potrebbe essere aggiunto: “come modificato dalla L. n. 205/2017, che prevede i distretti biologici (bio-distretti) quale una delle forme possibili di realizzazione dei distretti del cibo”.
- Al punto 2 dell’art. 10 tra le politiche che devono adottare gli enti locali che intendono partecipare ai distretti biologici si potrebbe prevedere anche la “promozione del consumo dei prodotti locali ottenuti con il metodo biologico”.
- Al punto 7 dell’art. 10, si parla di un “Comitato direttivo del distretto biologico” che dovrebbe presentare la richiesta di riconoscimento. Per evitare confusioni ed incertezze, sarebbe auspicabile si parlasse invece di “Comitato promotore” e/o di “Consiglio direttivo del distretto biologico” nel caso in cui fosse già stato formalmente costituito un soggetto giuridico.
- Andrebbe incentivata la creazione di distretti biologici nelle aree protette, dove il conflitto tra agricoltura e ambiente può essere risolto grazie alla gestione sostenibile del territorio basata sull’agroecologia e sul modello biologico di produzione e consumo (vedere punto seguente).
- In considerazione di quanto sopra, potrebbe essere inserito nell’articolo 10 il seguente punto: “In sede di prima applicazione della presente legge ed in attuazione dell’art. 1-bis della legge quadro sulle aree protette n. 394/91 (Programmi nazionali e politiche di sistema), integrato dall’art. 2, comma 22 della legge n. 426/1998, viene autorizzato il MIPAAFT, d’intesa con i Ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, del Lavoro e Politiche Sociali, per i Beni e Attività Culturali, della Salute e con le Regioni, a promuovere nelle aree protette modelli sperimentali di distretti biologici. Questi potranno rappresentare i prototipi e gli strumenti per attivare con la necessaria urgenza modelli innovativi di nuova occupazione sostenibile in attuazione delle direttive comunitarie e delle politiche di prossimità e coesione, quali quelle previste ad es. nella Strategia Nazionale delle Aree Interne”.
- Considerate le caratteristiche dei distretti biologici, che si connotano come contesti territoriali di facilitazione del coordinamento tra politiche ordinarie, anche dei servizi di cittadinanza (salute, istruzione, mobilità e connettività), e programmi SIE, si potrebbe introdurre nell’articolato della proposta di legge la priorità per tali aree territoriali a stipulare Accordi di Programma Quadro sulla base di una strategia di area.
- In considerazione dell’importante ruolo che potrebbero svolgere nella ricerca, i distretti biologici andrebbero inseriti esplicitamente tra i possibili partecipanti ai programmi di ricerca nazionale e andrebbe promosso un accordo in conferenza Stato-Regioni per la loro integrazione nelle risorse adottate a livello regionale.